10 mag 2017



PLANIMETRIE
di quando non pensavamo a confezionarci per il prossimo




di e con SALVATORE INSANA, ELISA TURCO LIVERI, GIULIA VISMARA
musica e sound design GIULIA VISMARA
immagini, luci, video SALVATORE INSANA
con la voce di ROBERTO GIANNINI
produzione DEHORS/AUDELA

con il sostegno di Anghiari Dance Hub, ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, Armunia, Spazio K, FabbricaEuropa, Verdecoprente Re.Te. e Florian Meta-Teatro


Memorie a bassa definizione, disturbate dal presente. In(de)codificabili. Di quando non pensavamo a confezionarci per il prossimo. 

Planimetrie è un'indagine sviluppata a tre livelli sul rapporto tra spazio, corpo e memoria, tra danza e architettura. È il tentativo di rievocare un interno, nell’imprevedibilità del ricordo, nella reversibilità imponderabile delle tracce, ripartendo da un in(d)izio sempre uguale e diverso. Una stanza, quella in cui ognuno ripone il ricordo della propria essenza più profonda.
La performer si relaziona in maniera oggettiva al suono e allo spazio costruendo una sorta di misurazione e mappatura dello spazio vuoto, per poi cadere a tratti su un piano più emozionale ed intimo. La musicista e il video maker, entrambi in scena, contribuiscono a definire lo spazio, allestendolo in tempo reale con la strumentazione tecnica necessaria a far emergere, suoni, immagini, segni di una possibile planimetria emozionale, elaborando man mano una sorta di mappatura che si stratifica su più livelli. La spazializzazione del suono avviene tramite l'utilizzo di quattro speakers. I suoni dislocati in diversi punti dello spazio creano un effetto immersivo e di forte coinvolgimento del pubblico. Il materiale sonoro proviene da registratori analogici, suoni concreti processati dal vivo e voci raccolte nel tempo. La performer tenta di abitare questi luoghi che, una volta creati, vengono subito decostruiti, passando per diversi piani (oggettivo, materico, emotivo). Nell'interazione tra corpo, suono e immagini si rievoca uno spazio tanto preciso quanto indescrivibile fatto di distanze tra oggetti e proporzioni tra i volumi, e il cui disegno finale però sfugge di continuo, come la memoria che spesso modifica la percezione delle misure e delle distanze. I corpi si muovono in una zona di confine che, nel suo farsi e disfarsi, è il luogo di un processo di gestazione della forma, mentre la ricerca del movimento oscilla di continuo tra paesaggio interno ed esterno, tra intimità e rapporto con il pubblico, con l'esterno. È possibile sentire uno spazio senza vederlo?


FABBRICA EUROPA FESTIVAL
Palazzina Ex Fabbri, Firenze

17 maggio, ore 21
http://fabbricaeuropa.net/events/planimetrie/